Facebook mi stà stretto. Tutte le cose che vorrei esprimere non me le fà esprimere perchè mi condanna nell’eterna attesa del ‘mi piace’,
…E se arriva rimane li, sia mai che l’amico che ha avuto il coraggio di esprimere il suo apprezzamento possa aver capito fischi per fiaschi,
sia mai che poi si continui a discorrere…e il tuo amico ti dice ‘ah avevo capito un altra cosa!’ e li il discorso muore
Eh si, in effetti sei costretto a un livello comunicativo che non è sicuramente consono a tutti.
il dono della sintesi d’altronde è un dono.
Poi ci penso, e ci ripenso, e se così fosse per tutti? Se tutti aspettassero una carezza digitata?
Oppure se dietro alla macchina feroce ci fosse l’incapacità di una persona di tirar fuori i propri sentimenti? se una frase celasse chisura, dimenticatezza di sè, se una frase e basta fosse l’emblema di una incapacità comunicativa che su questo sito invece trova voce! ? Un sito per dissociati mentali aperto a tutti, un ambulatorio di neurologia senza transenne e valichi da scavalcare.
beh, sono in tanti ad usarlo, dovremmo sempre più utilizzare un modello comunicativo scadente, efficiente e consono alla massa!
Dammi allora la possibilità di attendere che qualcuno apprezzi il mio operato grammaticale! Siiii, pigia mi piace, pigia e pigialo a fondo! Dammi forza quotidianamente nel sentire vicina la presenza di una persona che stà lontanissima. Fai passare del sangue tra i nostri computer. E fallo battere a più non posso, dai pulsione alla mia fantasia, come se il mio pensiero pulsasse più veloce e veloce come aumenta il battito del cuore!
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Quando ti dicevo che a me piace l’incontro e non il confronto, ti dissi che dialogo era mettere insieme le parole creando un pensiero nostro, nostrissimo. Ora che ci penso, a volte ho cercato di usare il nostro nostrissimo lessico, tagliando un angolino per farti capire che le parole che usavo erano prese dal nostro dizionario. Ti ho tirato dei pesci sperando che tu li mordessi al volo. Desidero fortemente parlare una lingua comune. ne sento il bisogno. Ho bisogno ancora di quella sensazione di sprofondamento, di perdita di cardini, cambiando insieme il valore delle mie parole e colorarle insieme di prosodia e sentimento anarchico. Parliamoci. Stà a fondo l’emozione.
Oppure, oppure…. no! dovrei trarre godimento nel tradurre il tuo personalissimo lessico.. e portarmi appresso il tuo piccolo dizionario di sinonimi e contrari, passando il tempo ad abbellire la mia biblioteca sentimentale di inserti con gli abbozzi che giorno dopo giorno lavori per giungere ad una nuova definizione tua, tuissima di amore, amicizia, sentimento, lavoro, metafisica…
Dobbiamo invece incontrarci in momenti diversi? lasciare che da soli si cambi letteratura e programmi scolastici incontrandoci in momenti in cui senza accorgercene sentiremo di aver sentito cose diverse e ragionato in modo diverso.
– mi spiace di aver corretto il tuo pensiero.
Io, non avrò mai la certezza che quel che senti io lo senterò. perchè c’è stato un momento profondissimo nella tua vita passata che io non potrò capire mai…mi fai capire… io vengo dopo, io ti tra-logo, ed io che cerco ponti per mettermi in comunicazione due fiumi che si sono avvicinati o che fluiscono insieme, ma che non hanno la stessa foce, la stessa acqua.
stessa acqua, diversa acqua.
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Ecco lui è l’esatto esempio opposto, lui è troppo teatrale.
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C’era una volta una principessa che usava guardarsi allo specchio. Non riusciva a far a meno di svegliarsi la mattina e stare tutto il tempo a pettinarsi davanti allo specchio. Il giorno in cui si ammalò, chiese che lo specchio fosse riposto davanti ai battenti del letto così che anche da malata potesse continuare a pettinarsi. La cosa la rese contenta e svegliarsi la mattina non fu mai cosa tremenda, anche da malata. La principessa morì contenta.
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Malgrado tutto, poi ti accorgi che la velocità di parlare è e resta un elemento fondamentale della conversazione. Toglie viscosità al fluido che passa tra le parole, toglie torsione muscolare nell’orofarige rendendo in qualche modo più melodiosa la conversazione, come se si potesse seguire musicalmente il suono del proprio sentire. Spesso quando si parla è più importante quel che stà nel mezzo. La via in cui si è instradata il flusso del proprio sentire.
L’aumento della velocità del flusso indica una maggiore velocità di accordo e comunione
– mi passi quella cosa strana?
Costruendo insieme un discorso è come se scavassimo insieme il letto del nostro fiume.
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‘ Cresciuto " sotto il cielo quadrato delle Solitudini" ( il cielo è ‘ Quadrato’ perchè lo recinge il quadrangolo di un cortile di collegio), Baudelaire mantenne sempre un qualcosa di adolescienziale, una certa turbolenza spavalda e desolata. Non raccontò mai quegl’anni, ma ne accennò per interposta persona, come gli era consueto, attribuendo i suoi sentimenti di allora a quelli di Poe.
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Ho bisogno di rimmergermi nella poesia. Sono stanco della psicologia che ha afflitto la mia esistenza negl’ultimi mesi. Me ne vado da un’altra parte dove le parole non significano qualcosa di profondo ma dove le parole si collegano a qualcos’altro, Preferisco adesso andar per isole piuttosto che cercare di guardare il fondo del mare dalla mia barca. Nel mare ci sono già. Preferisco adesso andar per sillabe e tonalità, cercando di remare fingendo di non seguire il mio naturale flusso che mi porta sempre avanti. La poesia è cosmogenesi e voglia di ricominciare. Di accrescere la foresta di suoni, significati svelati, di irrompere come un ladro dentro un onda sonora per svuotare una parola di significato per regalarla a un altra.
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Stò stretto dentro ai miei vestiti. Mi sento stretto dentro di me. La mia voce esce stretta dalla mia trachea. Parole magre per persone che non hanno fame di idee. Mi sento stretto nel mio muovermi e nella mia espressività, la mia casa è stretta, i vostri occhi sono stretti e le pupille non si abbandonano mai ad un opaco rilascio cristallino. Stretto dentro il freddo, stretto dentro il caldo, ti stringi stretto quando mi abbracci, ma non mi abbracci.
Ti lascio per sempre, vattene via pensiero.